A guardarlo dall’alto, sembra un largo sentiero che si snoda da nord a sud e che, curva dopo curva, attraversa la Città Eterna, placido e imperturbabile. Il fiume Tevere non è l’unico simbolo di Roma, ma è sicuramente il più importante. È presente nel mito della sua nascita, è stato determinante per la sua storia, e accompagna la città e i suoi abitanti da sempre. Il suo corso offre splendidi scorci e tanti spunti per approfondire la conoscenza della storia millenaria e delle meraviglie di Roma: vi basterà leggere questo articolo e mettere in pratica i nostri consigli. Buona navigazione!
Il Tevere tra leggenda e storia
La leggenda narra che Romolo, fondatore di Roma e suo primo re, venne abbandonato in una cesta sulle rive del Tevere insieme al suo fratello gemello Remo, dove fu trovato da una lupa che nutrì i due neonati, salvando loro la vita. Nella realtà, il fiume fu la causa stessa della fondazione della città, perché costituiva un’importante via di comunicazione e una fonte di sostentamento per chi la abitava. Roma però non sorse lungo le rive del Tevere, ma sui colli che la proteggevano dalle pericolose piene del fiume e che consentivano di controllarlo in modo strategico. Per decine di secoli, infatti, devastanti inondazioni travolsero persone e cose, come ricordano le oltre 120 lapidi sparse per la città con l’indicazione del livello raggiunto dalle acque. Passeggiando per Roma, potreste notare questi piccoli riquadri di marmo, per esempio quello sulla facciata della Chiesa di Santa Maria sopra Minerva, vicina al Pantheon (link all’articolo sul Pantheon), posto a ben 20 metri di altezza!
Alla fine del XIX secolo vennero costruiti i celebri e imponenti muraglioni che, sebbene fondamentali per la sicurezza, modificarono radicalmente l’aspetto della città e il rapporto tra i romani e il Tevere. L’allontanamento del fiume prima, le trasformazioni sociali e l’inquinamento dell’acqua poi segnarono la fine di un’epoca. E così addio ai tuffi, alle spiagge, agli stabilimenti balneari, ai “fiumaroli”, ai porti, addio a quella Roma che, fino agli anni ’60 del Novecento, era stata indissolubilmente legata al suo Tevere.
Il Tevere oggi e domani
Oggi il fiume è frequentato da canottieri che si allenano, barche che portano a spasso turisti, ciclisti della domenica e avventori dei locali galleggianti ormeggiati lungo le sue rive. Recentemente è stato presentato un progetto per un massiccio intervento di rigenerazione del fiume che dovrebbe portare alla creazione del più grande parco lineare di Roma, con la riqualificazione e la bonifica di tutte le aree interessate e con la realizzazione di oasi naturalistiche e nuove piste ciclabili. Sarebbe meraviglioso poter finalmente fruire in sicurezza il Tevere e godere pienamente della sua bellezza. Intanto, sperando sia di buon auspicio, nel 2024 il fiume è stato incluso tra i siti protetti dall’UNESCO per il tratto che attraversa il centro storico di Roma.
I ponti di Roma, da nord a sud
Come braccia tese, i ponti sul Tevere uniscono la parte orientale della città a quella occidentale, ognuno con la sua storia e la sua funzione. Per la sua particolare conformazione, il Flaminio è il quartiere romano che conta più ponti. Ed è da questa zona che comincia il nostro viaggio per conoscerli meglio. Ne abbiamo scelti alcuni che vi raccontiamo brevemente.
• Ponte Milvio: noto anche come Ponte Molle, è uno dei ponti più antichi di Roma. Costruito nel 109 a.C., nel 312 fu teatro della battaglia tra Costantino e Massenzio che segnò l’inizio della cristianizzazione dell’Impero romano. Nel corso della sua storia venne ristrutturato più volte, anche dal celebre architetto Giuseppe Valadier. Oggi il ponte è accessibile solo a piedi ed è molto frequentato da giovani residenti e turisti, trovandosi in una zona piena di locali e ristoranti. Per alcuni anni è stato protagonista della tradizione dei “lucchetti dell’amore”, attirando coppie da tutto il mondo che suggellavano il loro sentimento legando un lucchetto ai lampioni del ponte e buttando la chiave nel Tevere.
• Ponte della Musica Armando Travajoli: è il ponte più giovane che sorge sul Tevere, come indica la modernità delle sue forme leggere e dinamiche. È realizzato in acciaio e cemento armato, con pavimentazione in legno, ed è percorribile solo a piedi o in bicicletta. Inaugurato nel 2011, collega il Foro Italico, cuore sportivo della città, al MAXXI (link all’articolo sul MAXXI) e all’Auditorium Parco della Musica (link all’articolo sull’Auditorium Parco della Musica), due importanti poli culturali di Roma. È molto amato da skater e freestyler della bici, che sotto di esso compiono incredibili evoluzioni. Inoltre, è un punto di osservazione perfetto per la Collina di Monte Mario, che ospita un osservatorio astronomico e la splendida Villa Madama, progettata da Raffaello.
• Ponte Matteotti: questo ponte non collega solo due rive del Tevere e due quartieri, il Flaminio e il Della Vittoria, ma anche due diverse fasi storiche dell’Italia. La struttura fu inaugurata il 21 aprile 1929 e, per omaggiare il regime fascista, fu chiamata Ponte Littorio. Dopo la caduta di Mussolini, nel giugno del 1945, il Ponte fu ribattezzato Giacomo Matteotti, per onorare la memoria del politico socialista e antifascista assassinato nel 1924.
• I ponti del quartiere Prati: Ponte Regina Margherita, Ponte Cavour e Ponte Umberto I
I ponti che portano nel quartiere Prati furono progettati tutti dall’architetto Angelo Vescovali e realizzati, in anni diversi, tra il 1885 e il 1901. Punti cruciali della viabilità della città, sono carrabili e lunghi tra i 105 e i 120 metri circa.
Una curiosità: è su Ponte Cavour che ogni Capodanno si rinnova la tradizione del tuffo nel Tevere. Il “rito” ebbe inizio nel lontano 1946 con un bizzarro signore italo-belga, Rick De Sonay, ribattezzato Mister Ok per il gesto con cui tranquillizzava il pubblico una volta riemerso dall’acqua.
• Ponte Sant’Angelo: è indubbiamente il ponte più scenografico di Roma. Costruito nel 134 dall’imperatore Adriano per condurre al suo mausoleo, è stato attraversato da innumerevoli pellegrini, ha ospitato condanne capitali ed è stato immortalato da miliardi di fotografie. Nel Seicento, su progetto di Gian Lorenzo Bernini, venne realizzato un nuovo parapetto, abbellito da dieci colossali statue di angeli. Percorrere questo ponte nei rari momenti in cui è deserto (meglio se a notte fonda) è un’esperienza che vi condurrà indietro di secoli, in un’atmosfera magica e onirica.
• Ponte Vittorio Emanuele Secondo e Ponte Principe Amedeo Savoia Aosta delimitano l’isolato che comprende il complesso di Santo Spirito in Sassia: il primo fu inaugurato due volte, nel 1911 e nel 1912, e unisce il rione Borgo al Lungotevere Vaticano, a pochi passi da Via della Conciliazione. Il secondo, invece, fu completato nel 1942 e collega Borgo a Corso Vittorio Emanuele Secondo. La sua struttura, rivestita in marmo bianco, presenta tre arcate separate da pilastri forati, la cui forma ricorda vagamente la prua di una nave.
• Ponte Giuseppe Mazzini: caratterizzato da parapetti traforati e lampioni in ghisa riccamente decorati, fu aperto ai pedoni e ai veicoli nel 1908.
• Ponte Sisto: esclusivamente pedonale, fu realizzato sui resti di un antico ponte romano e inaugurato in occasione del Giubileo del 1475. Prende nome da papa Sisto IV, promotore di quest’opera, e collega il cuore di Trastevere, precisamente Piazza Trilussa, con Via dei Pettinari, nel rione Regola.
• Ponte Garibaldi: ultimato nel 1888, celebra le imprese e le vittorie dell’Eroe dei Due Mondi. È stato il primo ponte costruito a Roma dopo l’Unità d’Italia e, all’epoca della sua inaugurazione, era il terzo al mondo per larghezza (23 m), superato solo da due ponti parigini sulla Senna. Dal ponte si può ammirare il panorama del lato nord dell’Isola Tiberina.
• Ponte Cestio e Ponte Fabricio: tra i più antichi della città, collegano le due sponde del fiume all’Isola Tiberina. Il primo, edificato intorno al 46 a.C., fu danneggiato più volte dall’impetuosità del Tevere e più volte venne ricostruito. Nei lunghi secoli della sua storia cambiò diversi nomi, finché nel 1892, dopo essere stato smontato per l’ampliamento del fiume, fu riedificato con tre grandi arcate con le pietre originali e assunse il nome con cui lo conosciamo oggi. Ponte Fabricio è il ponte romano meglio conservato della Capitale e prende il nome da Lucius Fabricius, il funzionario pubblico addetto alle strade che lo costruì nel 62 a.C. La struttura si compone di due archi a sesto ribassato sorretti da un pilone centrale, in cui si apre un arco a tutto sesto. Il ponte è noto anche come Ponte dei Quattro Capi per le colonnette sormontate da quattro teste, probabilmente raffiguranti il dio Giano, che decorano il parapetto. Dall’isola, il ponte conduce all’antico Ghetto ebraico di Roma.
• Ponte Emilio, detto anche Ponte Rotto: la sua unica arcata superstite emerge dall’acqua come una creatura fantastica, poco dopo l’Isola Tiberina, tra frasche e alberelli verdissimi. È tutto ciò che resta di un antico ponte romano del II secolo a.C. e, anche se non svolge più la sua funzione, ha il fascino di una rovina maestosa, romantica e decadente che vi consigliamo vivamente di andare a vedere.
• Ponte Palatino: è l’ultimo ponte della nostra selezione ed è noto anche come Ponte inglese, per il senso di marcia invertito rispetto al normale senso di circolazione sulle strade italiane. Fu completato nel 1890 e presenta una struttura essenziale, lunga circa 155 metri, con quattro piloni in ferro e muratura che costituisce un bell’esempio di architettura funzionale e abilità ingegneristica.
L’isola Tiberina: l’isola di Roma
Sembra quasi una nave ormeggiata nel centro della città: l’Isola Tiberina imbarca e sbarca “passeggeri” che transitano sui suoi ponti e sui suoi sampietrini, per una passeggiata o per una sosta in uno dei suoi locali. Sorge nel cuore di Roma, eppure è un microcosmo a sé stante, con una storia che affonda le radici nella leggenda. Si tramanda, infatti, che si sia formata quando l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, fu deposto dal popolo, che gettò nel Tevere le sue scorte di grano in segno di ribellione, creando così una piccola isola. In verità essa sorse su un banco di tufo su cui si sono accumulati sabbia e sedimenti portati dalla corrente.
Sull’isola troverete una chiesa eretta del 1584, ma completata nel Settecento, intitolata a San Giovanni Calibita, e la basilica medievale di San Bartolomeo. I due ospedali che sorgono qui testimoniano la vocazione dell’Isola Tiberina alla cura e all’assistenza ai malati. Già nell’antichità, infatti, qui sorgeva un tempio dedicato a Esculapio, il dio protettore della medicina.
Il nostro consiglio è di esplorare la piccola area tra Ponte Cestio e Ponte Fabricio e godervi una pausa di gusto nel bistrò con gelateria o nello storico ristorante di questa isola gioiello.
Una gita in battello, anzi due
Centro o periferia? Ci sono due rotte che permettono di esplorare Roma dal fiume, un modo perfetto per scoprire prospettive nuove e sorprendenti. Spoiler: non dovete scegliere per forza, potete benissimo fare entrambe le esperienze!
Il primo itinerario vi farà navigare lungo il fiume nel cuore della città, passando sotto alcuni dei ponti che vi abbiamo raccontato e regalandovi scorci unici. Sappiate che alcune escursioni sul Tevere comprendono anche un aperitivo e/o una cena a bordo… bella idea, no?
Il secondo itinerario, più lontano dal centro storico, parte da Ponte Marconi, nel quartiere Portuense, e vi porterà verso la foce del Tevere, in un percorso che unisce natura e archeologia. Scegliendo questa tratta, arriverete fino al Parco archeologico di Ostia antica, al Porto di Traiano e a Fiumicino, osservando da una posizione ravvicinata la flora e la fauna del fiume lungo il tragitto. Grazie a un accesso privilegiato, farete il vostro ingresso agli scavi direttamente dal fiume, e potrete visitare il parco con una guida archeologica specializzata.
Per informazioni, vi raccomandiamo di visitare il sito turistico ufficiale del Comune di Roma (link al sito),in cui troverete l’elenco e i recapiti degli operatori che offrono le escursioni in battello sul Tevere.