Chi la conosce lo sa: Roma conserva delle incredibili meraviglie in ogni suo quartiere. Che si tratti di aree archeologiche, chiese preziose, musei antichi e moderni, monumenti celebri o panorami mozzafiato, la bellezza è ovunque. E nel rione Borgo la bellezza, addirittura, straripa. Basterebbero Castel Sant’Angelo e il suo scenografico ponte a convincere anche i più scettici. E invece il rione Borgo, stretto tra la Città del Vaticano, il Tevere e il quartiere Prati, offre anche palazzi rinascimentali, chiese antiche, scorci pittoreschi e tanto altro ancora: andiamolo a scoprire.
Un quartiere nuovo con una storia antichissima
Il 9 dicembre del 1586 Borgo diventa ufficialmente il 14° rione di Roma per volere di papa Sisto V. Ma la storia di Borgo inizia molto prima, ai tempi dei Romani, quando si trovava fuori dal confine della città antica ed era, pertanto, un’area dedicata alle sepolture. Attratti dalla bellezza della zona, gli imperatori romani e i loro parenti cominciarono a costruire ville, giardini e addirittura un circo: un impianto per spettacoli di bighe e cavalli voluto da Caligola e ampliato da Nerone. Al centro della pista svettava l’obelisco egizio che ora si trova in Piazza San Pietro (clicca qui per saperne di più), e nei pressi del circo sorgeva una piramide simile a quella Cestia, visibile in città ancora oggi nel quartiere Ostiense.
Con il diffondersi del cristianesimo, la devozione verso la tomba di san Pietro, sepolto dove oggi sorge la famosa basilica a lui dedicata, aumentò a dismisura e rese il Vaticano un frequentatissimo luogo di pellegrinaggio. Il flusso di devoti continuò a crescere fino ai giorni nostri, nonostante le vicende, anche drammatiche, che interessarono il quartiere.
Da villaggio barbaro a città del papa
Al seguito di Totila, nel 547 i Goti arrivarono a Roma ma, non riuscendo a penetrare dentro la Mole Adriana, si stabilirono nei suoi pressi, creando un piccolo villaggio, “burg” in tedesco, da cui deriva il nome del nostro rione.
Esattamente tre secoli dopo Borgo fu devastato da un incendio che, leggenda vuole, si estinse grazie a una benedizione solenne impartita da papa Leone IV. Questo episodio è stato immortalato nell’affresco L’incendio di Borgo, eseguito da Raffaello nell’omonima stanza dei Musei Vaticani . Le scorribande di aspiranti invasori si succedettero negli anni finché Leone IV non ordinò la costruzione di mura – le Mura Leonine, lunghe circa 5 km ed erette tra l’848 e l’852 – per preservare una delle aree più importanti della cristianità: il Colle Vaticano con la Basilica di San Pietro . Protetto da questa importante opera difensiva, Borgo si trasformò nella Civitas Nova, poi Civitas Leonina, un luogo a sé stante, distinto da Roma. Nello stemma del rione Borgo il leone accovacciato è un riferimento alla Città Leonina, mentre i tre monti e la stella fanno parte dell’insegna di Sisto V. Borgo fu “la città del papa” fino al 1929, quando i Patti Lateranensi sancirono la nascita dello Stato Vaticano, escludendo dai confini del rione l’area che comprende Piazza San Pietro con la basilica omonima, il Palazzo Apostolico, il Palazzo del Governatorato, i Musei Vaticani, i Giardini Vaticani e altri edifici minori.
Il Passetto di Borgo: la via di fuga dei papi
Il più irriverente e mordace cantore di Roma, Giuseppe Gioachino Belli, gli dedicò un sonetto nel 1845: «Lo vòi sapé cch’ edè cquer corritore / Che, ccuperto cqua e llà dda un tettarello / Da San Pietro va ggiú ssin a Ccastello, / Dove tira a le vorte aria mijjore?».
Il “corritore” dei versi di Belli, “er Coridore” per i romani DOC, è proprio il passetto di Borgo, un camminamento protetto che collega la residenza papale in Vaticano a Castel Sant’Angelo.
Il primo abbozzo del Passetto si deve a Totila, che aveva edificato una struttura difensiva intorno al suo accampamento militare nei pressi di Castel Sant’Angelo, ma fu papa Niccolò III (1277-80) a dare al Passetto la sua forma attuale, facendo coprire il corridoio soprastante le Mura Leonine per usarlo come percorso riparato. Durante il Sacco di Roma, nel 1527, papa Clemente VII utilizzò il Passetto per scappare nella fortezza papale e sfuggire alla furia devastatrice dei lanzichenecchi.
Il Passetto perse la sua funzione difensiva quando, per volere di papa Pio IV (1559-65), venne eretta una nuova cinta muraria intorno ai Palazzi Vaticani e furono aperti i fornici che collegarono il tracciato viario della Città Leonina alle nuove strade di Borgo volute dal pontefice: Borgo Pio, Borgo Vittorio e Borgo Angelico.
Il rione Borgo nel Rinascimento
La prima metà del Cinquecento fu un periodo di rinascita e rinnovamento anche per Borgo che, grazie alla ricostruzione della Basilica di San Pietro, attirò molti artisti e fu interessato da un’intensa attività edilizia. Vennero costruiti splendidi palazzi destinati a prelati, nobili e ricchi borghesi. Parecchi di questi edifici, purtroppo, furono demoliti per l’apertura di Via della Conciliazione, ma alcuni vennero ricostruiti e altri risparmiati, e sono ammirabili ancora oggi. Tra questi, vanno citati Palazzo Castellesi, oggi Torlonia, Palazzo dei Penitenzieri, Palazzo Serristori e Palazzo Jacopo da Brescia.
A Borgo, nel Cinquecento, erano presenti anche molte “stufe”, una sorta di centri benessere ante litteram, dove rilassarsi o intrattenersi con delle cortigiane, e dove gli artisti, tra cui anche Michelangelo e Raffaello, potevano studiare comodamente i nudi.
Santo Spirito in Sassia: un’antica struttura all’avanguardia
Il complesso di Santo Spirito in Sassia è uno dei luoghi più importanti del rione Borgo. L’aspetto attuale è il frutto di ampliamenti e trasformazioni che interessarono i diversi edifici che lo compongono: l’antico ospedale, uno dei primi in Europa, con la nuova ala, la cinquecentesca Chiesa di Santo Spirito in Sassia, il Palazzo del Commendatore, famoso per il cortile porticato e l’orologio barocco, e sede della Spezieria, e il Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria, che conserva strumenti medici dei secoli scorsi e la prima carrozza della Croce Rossa.
L’ospedale, fondato nel 1198 per volere di papa Innocenzo III, nacque non solo per curare i poveri e i pellegrini, ma anche per accogliere i tanti neonati che venivano abbandonati in strada o addirittura buttati nel Tevere. Attraverso la “ruota”, visibile ancora oggi a Borgo Santo Spirito, accanto al civico 2, i neonati indesiderati venivano affidati, in modo anonimo, alle cure dell’ospedale.
La nascita di Via della Conciliazione
Il più importante intervento urbanistico realizzato in tempi moderni nel rione Borgo fu la demolizione della sua cosiddetta “spina”, un blocco di palazzi racchiuso tra due strade convergenti, che davano all’isolato la forma di un triangolo che puntava verso Castel Sant’Angelo. La distruzione della spina di Borgo, tra il 1935 e il 1937, permise l’apertura di Via della Conciliazione, collegamento ideale tra lo Stato vaticano e quello italiano.
Quando sarete di fronte a Via della Conciliazione, una delle strade più fotografate al mondo, con la grandiosa facciata della Basilica di San Pietro e la cupola sullo sfondo, penserete di stare ammirando un capolavoro assoluto, eppure… Eppure immaginate per un attimo di smarrirvi in quel dedalo di vicoli e antichi palazzi che era la spina di Borgo e trovarvi di fronte, all’improvviso, la maestosità del Colonnato di Piazza San Pietro con la basilica e la cupola. Non vi manca il fiato? Questo doveva essere l’effetto scenografico voluto da Gian Lorenzo Bernini quando progettò tutta l’area antistante la basilica! Il luogo simbolo della Chiesa di Roma doveva apparire e imporsi “a sorpresa”, suscitando stupore e meraviglia negli osservatori, e non essere relegato a un semplice fondale, certo monumentale, ma comunque statico.
A spasso per Borgo
Ora che conoscete un po’ meglio la storia di questo rione, regalatevi una passeggiata tra i suoi caratteristici vicoli lastricati di sampietrini e andate alla scoperta dei palazzi dai colori pastello, delle botteghe, delle opere nascoste di street art e di qualche scorcio pittoresco da fotografare.
Se avete sete o volete riempire la vostra borraccia, cercate le due fontanelle rionali di Borgo, quella delle Palle di Cannone e quella delle Tiare, realizzate entrambe nel 1927, o la più antica Fontana dell’Acqua Marcia, costruita nel 1870 in Piazza del Catalone.
Se invece amate il macabro, non perdete la Casa del Boia, in Vicolo del Campanile, dovete abitò Mastro Titta, il boia di Roma, che tra il 1796 e il 1864 giustiziò più di 500 persone per ordine dei pontefici. A quell’epoca, le esecuzioni erano dei veri e propri spettacoli a cui assistevano anche i bambini, ammoniti dai grandi a comportarsi bene per evitare di fare la fine delle vittime del boia. Il mantello rosso di Mastro Titta e altri suoi cimeli sono conservati nel Museo Criminologico di Roma, distante circa 1 km dalla Casa del Boia.
A Borgo troverete anche tanti bar e ristoranti in cui fare una pausa, dopo aver visitato la Basilica di San Pietro o Castel Sant’Angelo. Attenzione: molti di questi locali sono vere e proprie trappole per turisti, ma sappiate che ancora esistono (e resistono!) alcuni luoghi autentici in cui rilassarsi e assaporare qualcosa di genuino.