I Musei Vaticani sono un enorme scrigno che racchiude migliaia di tesori di valore inestimabile: visitarli è un’esperienza imperdibile, una memorabile full immersion nella storia dell’umanità e nelle più alte espressioni artistiche mai prodotte.
L’unicità dei Musei Vaticani
Tra gli innumerevoli e straordinari musei che Roma offre ai suoi visitatori, i Musei Vaticani, confinanti con il rione Borgo e il quartiere Prati, occupano un posto d’eccezione. Ciò che rende unico questo incredibile complesso museale non sono solo le migliaia di opere che popolano le collezioni e i tanti musei che lo compongono, ma sono soprattutto gli impareggiabili capolavori che, a partire dal XV secolo, furono eseguiti nei palazzi pontifici da artisti del calibro di Beato Angelico, Sandro Botticelli, Raffaello e Michelangelo.
Pronti? Si parte!
Cominciamo il nostro viaggio alla scoperta dei Musei Vaticani con una curiosità: l’ingresso dei Musei si trova nel territorio comunale di Roma, ma tutti gli edifici di questa vera e propria cittadella artistica e religiosa, sorgono in territorio vaticano. State tranquilli: nessuno vi chiederà il passaporto all’ingresso, ma se durante la vostra visita voleste spedire a qualcuno una cartolina dallo Stato più piccolo del mondo, potreste approfittare delle caratteristiche cassette postali d’epoca dislocate in varie zone dei Musei.
Un po’ di numeri
I Musei Vaticani contano oltre 50 aree tra musei, collezioni, sale, appartamenti, cappelle e spazi espositivi creati per iniziativa di tutti i pontefici che si sono succeduti in 8 secoli di storia. L’itinerario museale si sviluppa per 7 km, lungo i quali sono esposte 20.000 opere delle circa 70.000 che compongono il patrimonio artistico dei Musei Vaticani.Non illudetevi quindi di poter ammirare tutti i tesori che offre questo complesso museale in un un’unica visita. A meno che non vogliate dedicare almeno un paio di giorni ai Musei Vaticani, dovrete inevitabilmente scegliere quali opere vedere, per poterle apprezzare come meritano ed evitare una devastante indigestione di capolavori.
Preparatevi anche a una visita che non sarà esattamente in solitaria: nel 2023 i Musei Vaticani hanno registrato 6.800.000 presenze, con una media di oltre 21.000 ingressi al giorno!
Un po’ di storia
Nati con l’intento di esporre sculture classiche da custodire e tramandare a onore e splendore della Chiesa, i Musei Vaticani iniziano ad accogliere il primo nucleo di statue nel 1506 per volere di papa Giulio II. È grazie a questo pontefice che Raffaello e Michelangelo fanno il loro ingresso in Vaticano, il primo per realizzare gli affreschi delle Stanze il secondo per decorare la volta della Cappella Sistina. Si dovrà però aspettare il XVIII secolo e l’iniziativa di Clemente XIV e Pio VI affinché le raccolte artistiche dei papi vengano ordinate in appositi edifici e aperte al pubblico. Tra nuove costruzioni, ampliamenti e restauri, gli spazi dei Musei Vaticani hanno continuato, e continuano tutt’oggi, a modificarsi per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile.
Le 7 meraviglie dei Musei Vaticani
Vista l’eccezionale mole di pezzi esposti nei Musei Vaticani, dai reperti preistorici a quelli egizi, dalle statue classiche alle opere di arte moderna e contemporanea, dagli arazzi agli argenti, dalle carrozze alle auto papali, abbiamo selezionato le 7 meraviglie che assolutamente imperdibili.
1. L’appartamento Borgia
Costituito da sei ambienti che ospitano parte della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani e da alcune sale non accessibili al pubblico, l’appartamento fu creato per papa Alessandro VI (1492-1503) che ne affidò la decorazione al Pinturicchio, che aveva già lavorato nella Cappella Sistina. Le sei sale visitabili, dedicate alle Sibille, al Credo, alle Arti liberali, ai Santi, ai Misteri e ai Pontefici, ospitano opere di Gauguin, Chagall, Klee e Kandinskij e hanno le volte e le lunette preziosamente decorate con un largo uso di oro. Il lavoro di Pinturicchio dovette essere molto apprezzato visto che il papa, pochi anni dopo, gli affidò un altro ciclo di affreschi, purtroppo andati perduti, per Castel Sant’Angelo .
2. Le Stanze di Raffaello
Nonostante la bellezza dell’appartamento Borgia, Giulio II, eletto papa nel 1503, si rifiutò di abitare nella casa del suo predecessore e scelse come residenza il secondo piano del Palazzo Pontificio. Le stanze del papa furono meravigliosamente affrescate da Raffaello e dai suoi allievi tra il 1508 e il 1524. La Stanza della Segnatura, la Stanza di Eliodoro, la Stanza dell’Incendio di Borgo e la Sala di Costantino sono dei capolavori assoluti dell’arte rinascimentale che hanno profondamente influenzato gli artisti delle epoche successive. Prendetevi del tempo per osservare la complessità delle composizioni, le prospettive, i personaggi che popolano le scene, la minuziosità dei ritratti, i simboli, i particolari. In questo modo, se siete amanti del rock, non vi sfuggirà che un dettaglio della Scuola di Atene è stato utilizzato dai Guns N’ Roses per la copertina del loro celebre album Use Your Illusion!
3. La Cappella Sistina
Per rispettare la sacralità del luogo in cui ancora oggi si tiene il conclave che elegge il papa, durante la visita della Cappella Sistina è necessario osservare il silenzio assoluto. È davvero difficile, però, trattenere esclamazioni di stupore e meraviglia non appena si mette piede in questo ambiente maestoso, la cui superficie è interamente ricoperta di dipinti.
Le straordinarie decorazioni delle pareti e della volta vennero eseguite in più fasi: la prima, realizzata sotto il pontificato di papa Sisto IV da cui la cappella prende nome, è databile al 1481-82 e comprende gli affreschi dello zoccolo con finti arazzi, le scene della vita di Mosè e della vita di Cristo e la rappresentazione di pontefici martirizzati. Gli autori di questi dipinti sono alcuni dei pittori più rappresentativi del Rinascimento italiano: Pietro Perugino, Sandro Botticelli, Pinturicchio, Domenico Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, Luca Signorelli.
Nella seconda fase Michelangelo fu incaricato di dipingere la volta da Giulio II. Il Buonarroti eseguì gli affreschi raffiguranti le Storie della Genesi, dalla Creazione alla Caduta dell’uomo, al Diluvio universale e al successivo rinascere dell’umanità con la famiglia di Noè, in due diversi momenti, tra il 1508 e il 1512, e fu anche autore delle 14 lunette e delle vele in cui rappresentò gli antenati di Cristo. In ogni centimetro della decorazione, il talento di Michelangelo si manifesta con grande evidenza: nelle scene dipinte le figure assumono spesso pose contorte, che evidenziano e mettono in risalto le muscolature possenti, sottolineate dall’uso di colori accesi e cangianti. La bellezza della volta, al centro della quale c’è la Creazione di Adamo, sicuramente tra le opere più famose e citate (e parodiate) della storia dell’arte, è davvero magnetica: si resterebbe a osservarla per ore, o almeno finché il collo lo permette!
Gli anni tra il 1536 e il 1541 sono quelli dell’ultima fase, quando Michelangelo, ormai anziano, per volere di Clemente VII crea un affresco grandioso per decorare la parete dietro l’altare: il Giudizio Universale. La scena emana una forza rara e potente, grazie al meraviglioso azzurro dello sfondo e al movimento che prende avvio dal gesto di Cristo, fulcro della composizione, intorno al quale i risorti recuperano i corpi per salire verso il cielo e i dannati vengono buttati all’inferno da angeli e demoni. L’affresco misura 180 metri quadrati e conta circa 400 figure, alcune monumentali, altre molto più piccole: un piccolo binocolo potrebbe essere utile per riuscire a cogliere i dettagli e l’intensità espressiva di tutti i personaggi che popolano questo capolavoro.
4. La Sala dei Chiaroscuri
In questa sala, detta anche dei Palafrenieri (coloro che trasportavano a spalla la sedia gestatoria del papa) o del Pappagallo, si ammirano un soffitto ligneo a cassettoni realizzato su disegno di Raffaello e delle figure di santi e apostoli eseguite con la tecnica del chiaroscuro dal Sanzio nel 1517-18 per volere di papa Leone X. In seguito a un grave danneggiamento della decorazione, i chiaroscuri vennero ridipinti dai fratelli Zuccari durante il pontificato di Gregorio XIII (1572-85).
5. La Galleria delle Carte geografiche
Nel cuore dei Musei Vaticani questo largo corridoio lungo 120 metri consente di fare uno straordinario viaggio nell’Italia di 450 anni fa. Nella Galleria delle Carte geografiche, voluta da papa Gregorio XIII e inaugurata nel 1581, l’intera penisola è ricreata in scala, grazie a 40 carte geografiche eseguite da pittori, sia italiani che fiamminghi. L’intento del papa era quello di godere della bellezza del Bel Paese senza uscire dai Palazzi Apostolici. Da un lato si ammirano le regioni italiane della costa adriatica e dall’altra quelle che si affacciano sul Tirreno. Le carte geografiche non contengono solo le raffigurazioni delle città, dei paesi, dei monti, dei fiumi e delle altre caratteristiche fisiche dei territori, ma anche degli eventi storici che si sono svolti in quei luoghi. Camminando in questa splendida galleria i visitatori italiani possono divertirsi a individuare il loro paese di origine. Da notare come all’epoca in cui vennero realizzate le mappe, non era ancora entrata in vigore la prassi di orientare le carte geografiche verso nord, perciò alcune regioni italiane appaiono capovolte.
6. La Pinacoteca
La pinacoteca dei Musei Vaticani, articolata in 18 sale divise cronologicamente per scuole pittoriche, dal XII al XIX secolo, conta circa 460 opere e ospita dipinti dei più grandi maestri italiani, tra cui Giotto, Beato Angelico, Melozzo da Forlì, Perugino, Raffaello, Leonardo, Tiziano, Veronese e Caravaggio. Uno dei quadri più particolari della pinacoteca è Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, dipinto da un pittore austriaco sconosciuto ai più, Wenzel Peter, che in questa grande tela diede prova di grande abilità, raffigurando oltre duecento animali in modo dettagliato e preciso.
7. La scala elicoidale a doppia rampa
Al termine della visita, per uscire dai Musei Vaticani dovrete percorrere una bellissima scala, tra le più fotografate al mondo. Commissionata nel 1929 da papa Pio XI, fu realizzata dall’ingegnere e architetto Giuseppe Momo che aveva già progettato alcuni edifici vaticani. L’opera di Momo, ispirata alla scala “a lumaca” che Donato Bramante aveva eseguito oltre 400 anni prima nel Cortile del Belvedere (appartenente al complesso museale vaticano), ha una doppia rampa elicoidale e una copertura in vetro. Questa geniale soluzione, che consentiva al flusso dei visitatori in entrata e a quello dei visitatori in uscita di non incontrarsi mai, fu un modello per il museo newyorkese del MOMA, ideato da Frank Lloyd Wright.
È utile sapere che…
- L’ultima domenica di ogni mese i Musei Vaticani sono aperti e gratuiti. Sul loro sito Internet ( clicca qui!) troverete tutto ciò che serve per pianificare la vostra visita: non dimenticate di consultarlo!
- Ci sono tantissime agenzie che organizzano visite guidate e “saltafila”: affidarsi a un accompagnatore esperto può aiutare a orientarsi meglio e a conoscere più approfonditamente cosa si sta ammirando.
- I Musei Vaticani sono perfettamente attrezzati per accogliere famiglie con bambini di tutte le età: se viaggiate con passeggini al seguito, troverete ascensori dedicati, zone con fasciatoi e aree in cui è consentito l’allattamento. I bambini in età scolare, invece, grazie a un’audioguida pensata per loro, faranno un tour avvincente e avventuroso, accompagnati da personaggi incredibili, alla ricerca di alcuni tesori disseminati nei musei.
- Dopo il biglietto d’ingresso, la cosa più importante da avere con voi durante la visita… è un paio di scarpe comode ai piedi!